...briciole di architettura e design

venerdì 9 ottobre 2009

Uno yacht fuori dai soliti schemi...


Il processo di ideazione è partito da due concetti base, in realtà molto solidi che sono stati resi concreti nel modello finale.
• Zona giorno ampia e luminosa
• Chaiselongue in prua
La soluzione wide-body e la tuga dalle ampie aperture vetrate, ha reso concreto il primo punto su cui focalizzarci nella realizzazione di un motor yacht che proponesse anche una soluzione innovativa nellelinee dell’exterior. Come si può notare dai primi schizzi, linee aggressive, tuga spigolosa, e tanto vetro ci hanno accompagnato nel trovare le linee guida per la concezione di uno yacht che si può considerare fuori dagli schemi, se messo in relazione con yachts della stessa tipologia e dimensione. L’idea di realizzare una sovrastruttura “reticolare” che rispondesse alla modularità dell’elemento vetrato è da ricondursi alle ultime tendenze in atto per imbarcazioni di dimensioni maggiori; citiamo l’esempio dell’ OneHundred dei Cantieri Baia di Napoli, la cui ingegnerizzazione è stata curata dall’ing. Rossetto e che per certi versi ricopre il ruolo di nuova frontiera nella tecnologia di laminazione in vtr. L’accesso al fly bridge avviene attraverso passavanti inclinati celati immediatamente dietro grandi fascioni laterali che ne caratterizzano il prospetto dello yacht conferendogli inoltre snellezza e fughe visive verso l’alto.
L’altro punto su cui incentrare lo studio di una soluzione particolarmente accattivante per il mercato, è stato quello di spostare la zona prendisole esterna in prua, difficilmente fruibile durante la navigazione, all’interno, creando nello stesso tempo una zona in cui prendere il sole quando lo yacht è all’ancora (il parabrezza è apribile), ed una zona relax adiacente la plancia comandi, fruibile durante la traversata.
Le chaiselongue in prua e la tuga apribile rappresenterebbero concretamente il punto d’arrivo della ricerca di dualità esterno interno che è stato perseguito durante le prime fasi progettuali.
Lo studio degli interni e della compartimentazione della sottocoperta è avvenuta in parallelo allo studio dell’exterior, cercando di mantenere come punto fermo la pulizia delle linee dei layouts e perseguendo allo stesso tempo la fruizione massima degli spazi per rendere concreta la soluzione di yacht in multiproprietà.

Mantenendo la soluzione di partenza dei servizi in prua simmetrici rispetto alla longitudinale e la cabina doppia in prua, si è lavorato sulla disposizione di una cabina armatoriale a centro barca ed a tutto baglio, con la fruizione esclusiva del servizio e di una doccia con accesso separato e con funzione di sauna. Le cabine doppie sistemate simmetricamente rispetto alla longitudinale sono state studiate per rispondere alle esigenze di due famiglie con due figli, quindi la possibilità di sfruttare l’altezza in murata creando letti sovrapposti.

La coperta e il conseguente disegno dell’arredo, nasce dall’idea di interiors sviluppata dal cantieri Wally per lo yacht 80’, linee semplici, in contrapposizione al gioco di luci e ombre creato dalla modulazione triangolare, materiali naturali, pavimentazioni in teak tanganika contrapposizione di elementi in acciaio satinato, divaneria e cuscineria in pelle a tinte chiare o in tessuto di lino non trattato.
La zona preparazione cibi adiacente al pozzetto, è stata una scelta ponderata e voluta per l’idea di yacht in multiproprietà, infatti, la fruizione del pozzetto per la consumazione dei pasti in compagnia risulta essere usanza comune per armatore ed ospiti. Inoltre la posizione del piano cottura agevola il controllo sia dall’interno che dall’esterno della pietanza in preparazione.
Il pozzetto, conseguentemente alla scelta di cui sopra, è mantenuto con linee semplici e pulite, lateralmente in murata sono stata ricavatigavoni per lo stivaggio, che per loro conformazione diventano sedute; l’accesso alla cabina equipaggio avviene dal tambucio posto in corrispondenza delle sedute ad estrema poppa a bordo scafo. Alla spiaggetta si accede mediante una piccola scala a dritta.
Stilisticamente, il my risulta essere molto rigido ed anticonvenzionale, la sovrastruttura si conclude a poppa con il “coperchio di poppa”, un artificio non solo funzionale, ma dalle valenze estetiche evidenti: la soluzione wide-body, infatti, rende lo scafo poco filante, il prolungamento delle pareti laterali dello scafo e i fascioni laterali contribuiscono ad aumentarne l’orizzontalità.
La falchetta che corre lungo il bordo scafo da prua verso i passavanti è stata volutamente inclinata per contribuire allo slancio ulteriore della prua verso il mare.
Il percorso di ideazione è partito dal design della sovrastruttura, i primi concept evidenziano fascioni laterali molto bassi, che creavano un disegno poco armonioso, la successiva modifica ha contribuito a creare un prospetto molto equilibrato; la struttura vetrata di prua ha subito modifiche riguardanti la modularità degli elementi, i primi schizzi evidenziavano un’eccessiva frammentazione, eliminata successivamente per creare un effetto più proporzionato ed elegante.